PREFAZIONE |
Sin dai primi
anni '70 in tutto il mondo è stato osservato
un notevole aumento dell'incidenza dei
tumori della pelle nelle popolazioni di
pelle chiara. Ció dipende fortemente dalle
abitudini personali nell'esposizione alla
radiazione ultravioletta solare, e
dall'opinione diffusa nella societá secondo
la quale l'abbronzatura è desiderabile e
salutare. E' necessario perció adottare, con
urgenza, programmi educativi mirati ad
accrescere nell'opinione pubblica, la
consapevolezza degli effetti nocivi delle
radiazioni UV, e ad incoraggiare cambiamenti
nello stile di vita che arrestino il
continuo aumento dei casi di tumore cutaneo.
L'indice universale della radiazione UV
solare (UVI, UltraViolet Index) descritto
nel presente documento è una semplice misura
del livello della radiazione UV sulla
superficie terrestre e un indicatore del
potenziale danno che essa puó provocare alla
pelle. Esso funge da importante mezzo per
incrementare la consapevolezza dell'opinione
pubblica e per allertarla sulla necessitá di
adottare misure protettive quando si è
esposti alla radiazione UV. L'indice UVI è
frutto di un'iniziativa internazionale
dell'OMS, svolta in collaborazione con il
Programma Ambientale delle Nazioni Unite (UNEP),
l'Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO),
la Commissione Internazionale sulla
Protezione dalle Radiazioni Non Ionizzanti (ICNIRP)
e l'Ufficio Federale Tedesco per la
Protezione dalle Radiazioni (Bundesamt fur
Strahlenschutz, BfS) (l'elenco, in ordine
alfabetico, degli esperti che hanno
contribuito alla stesura del documento è
contenuto nell'Allegato F).
Dalla sua prima pubblicazione nel 1995, sono
state organizzate diverse riunioni di
esperti internazionali (Les Diablerets (CH),
1994 1; Baltimora (USA), 1996
2; Les Diablerets (CH) 3,
1997; Monaco (D), 2000
4)
al fine di armonizzare la presentazione
dell'indice UVI e di migliorarne l'uso quale
strumento educativo per promuovere la
protezione dal sole.
La presente guida pratica, preparata da Eva
Rehfuess, si basa sull'accordo raggiunto
nella riunione di Monaco, ed é destinata ad
essere utilizzata dalle autoritá nazionali e
locali e dalle Organizzazioni Non
Governative (ONG) attive nell'area della
prevenzione dei tumori della pelle, così
come dagli uffici meteorologici e dai mezzi
di comunicazione, coinvolti nella
presentazione dell' UVI. Questa
pubblicazione va considerata come il primo
passo di un percorso teso allo sviluppo e
alla realizzazione di un approccio integrato
di sanitá pubblica, per la protezione dal
sole e la prevenzione dei tumori della
pelle.
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Rapporto del meeting degli esperti
WMO-WHO sulla standardizzazione e
divulgazione degli indici UV, Les
Diablerets, Switzerland, 21-24 July
1997. Geneva, World Meteorological
Organization, 1997 (Global Atmosphere
Watch, No. 127)
-
Rapporto del meeting degli esperti
dell'Organizzazione Meteorologica
Mondiale sulla misura della radiazione
UVB, qualitá dei dati e
standardizzazione degli indici UV, Les
Diablerets, Switzerland, 22-25 July
1994. Geneva, World Meteorological
Organization, 1995 (Global Atmosphere
Watch, No. 95).
-
Educare l'opinione pubblica sui rischi
della radiazione ultravioletta. Summary
report, International workshop,
Baltimore, 26-28 August 1996. Aberdeen
Proving Ground MD, U.S. Army Center for
Health promotion and Preventive
Medicine, 2001.
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Uso pratico dell'indice UV. Atti di un
workshop internazionale. Munich, Federal
Office for Radiation Protection,
Institute of Radiation Hygiene, in
press.
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INTRODUZIONE |
Tutti siamo esposti alla radiazione UV
proveniente dal sole e da molte altre fonti
artificiali usate nell'industria, nel
commercio e nel settore ricreativo. Le
emissioni dal sole comprendono luce, calore
e radiazioni UV.
Lo spettro della radiazione UV si estende
nell'intervallo di lunghezze d'onda che va
da 100 a 400 nm che, a sua volta, è diviso
in tre bande:
UVC (100-280 nm) |
UVB (280-315 nm) |
UVA (315-400 nm) |
Nel passaggio attraverso l'atmosfera, tutta
la componente UVC della radiazione solare e
circa il 90% di quella UVB sono assorbite
dall'ozono, dal vapore acqueo, dall'ossigeno
e dall'anidride carbonica. La trasmissione
della radiazione UVA, invece, é meno
influenzata dall'atmosfera.
Quindi, la radiazione UV che raggiunge la
superficie terrestre è composta per la
maggior parte da raggi UVA e, in piccola
parte, da raggi UVB.
I livelli di radiazione UV sono influenzati
da:
Altezza del sole
Più alto è il sole nel cielo più alto è il
livello della radiazione UV. Quindi i
livelli di radiazione variano con l'ora del
giorno e nel corso dell'anno.
All'esterno della fascia tropicale, i
livelli più alti si raggiungono quando il
sole è al massimo punto di elevazione,
all'incirca a metá del giorno (mezzogiorno
solare) nei mesi estivi.
La latitudine
Più si è vicini alle zone equatoriali e più
sono alti i livelli della radiazione UV.
Il grado di copertura del cielo
La radiazione UV raggiunge i massimi livelli
quando il cielo è sereno, ma detti livelli
possono essere alti anche con cielo coperto.
La diffusione puó avere lo stesso effetto
della riflessione da diverse superfici e
quindi aumentare il livello totale di
radiazione UV.
L'altitudine
Più si sale in quota più l'atmosfera si
assottiglia e assorbe meno radiazione UV. I
livelli di radiazione UV aumentano dal 10%
al 12% per ogni 1000 metri di incremento
dell'altitudine.
L'ozono
L'ozono assorbe parte della radiazione UV
che altrimenti raggiungerebbe la superficie
terrestre. I livelli di ozono variano nel
corso dell'anno e persino durante il giorno.
La riflessione dalla superficie
terrestre
Le radiazioni UV sono riflesse o diffuse in
misura variabile dalle diverse superfici,
per esempio, la neve fresca puó riflettere
l'80% della radiazione UV, la sabbia
asciutta circa il 15% e la schiuma del mare
circa il 25%. |
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Le nubi sottili lasciano passare oltre
il 90% della RUV solare
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La neve fresca riflette fino all'80%
della radiazione UV-B
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Il 60% della dose giornaliera di RUV
solare arriva a terra nell'intervallo 10
:- 14
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L'intensità della radiazione UV aumenta
del 4% per ogni 300 metri d'incremento
dell'altitudine
-
La dose annuale di RUV dei lavoratori al
coperto è il 10-20% di quella dei
lavoratori all'esterno
-
L'ombra riduce l'intensità della RUV di
oltre il 50%
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A mezzo metro di profondità l'intensità
della RUV è il 40% del valore in
superficie
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La sabbia riflette la RUV fino al 25%
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Piccole dosi di radiazione UV sono benefiche
ed essenziali perché necessarie alla
produzione di vitamina D. Le radiazioni UV
sono anche usate per trattare diverse
malattie, tra le quali il rachitismo, la
psoriasi e l'eczema. Tale impiego avviene
comunque sotto controllo medico e i benefici
del trattamento rispetto ai rischi
dell'esposizione alla radiazione UV sono
materia di valutazione clinica.
L'esposizione prolungata dell'uomo alle
radiazioni UV solari puó provocare effetti
dannosi acuti e cronici alla pelle, agli
occhi e al sistema immunitario. L' ustione
solare e l'abbronzatura rappresentano gli
effetti acuti più noti prodotti da
un'eccessiva esposizione alla radiazione UV;
nel lungo termine, alterazioni degenerative
indotte dalla radiazione UV sulle cellule,
sul tessuto fibroso e sui vasi sanguigni
portano all'invecchiamento precoce della
pelle.
La radiazione UV puó inoltre causare
reazioni infiammatorie degli occhi, come la
fotocheratite.
Gli effetti cronici di maggiore rilevanza
sanitaria sono due: i tumori della pelle e
la cataratta.
Ogni anno, nel mondo, si manifestano da due
a tre milioni di tumori della pelle
(carcinomi cutanei) e circa 132.000
melanomi. Mentre i primi possono essere
rimossi chirurgicamente e sono raramente
letali, il melanoma maligno contribuisce in
misura considerevole ai tassi di mortalitá
della popolazione di pelle chiara.
Attualmente il numero dei non vedenti a
causa della cataratta è compreso tra i 12 e
i 15 milioni. Secondo le stime dell' OMS,
fino al 20% di questi casi di cecità puó
essere causato o accelerato dall'esposizione
al sole, specialmente in India, Pakistan e
in altri paesi vicini all'equatore che fanno
parte della cosiddetta "cintura della
cataratta".
Un numero sempre maggiore di dati suggerisce
inoltre che i livelli ambientali della
radiazione UV possono aumentare il rischio
di malattie infettive e limitare l'efficacia
dei vaccini. Si veda in proposito l'
Allegato A per una descrizione dettagliata
degli effetti sulla salute dell'esposizione
alla radiazione UV .
Il comportamento delle persone al sole è
considerato la causa principale
dell'incremento dei tassi di incidenza dei
tumori della pelle osservato negli ultimi
decenni. L'aumentata diffusione di attivitá
all'aperto e le mutate abitudini
nell'abbronzatura determinano spesso
un'eccessiva esposizione alla radiazione UV.
Molta gente considera normale un bagno di
sole intenso e prolungato; sfortunatamente
anche i bambini, gli adolescenti e i loro
genitori percepiscono l'abbronzatura come un
simbolo di fascino e buona salute.
Si rendono, perció, urgenti e necessari
programmi di protezione che aumentino la
consapevolezza dei rischi per la salute
associati alla radiazione UV e che
modifichino gli stili di vita nell'intento
di arrestare l'andamento di continua
crescita dei casi di tumori della pelle.
I programmi educativi, oltre ad apportare
benefici alla salute, possono produrre
effetti positivi sulle economie nazionali,
riducendo il carico finanziario sui servizi
sanitari causato dalle spese per le cure dei
tumori della pelle e della cataratta. In
tutto il mondo sono stati spesi miliardi di
dollari per il trattamento di queste
malattie, molte delle quali potrebbero
essere prevenute o ritardate. L'UVI deve
rappresentare un importante elemento di un
approccio integrato e di lungo termine, per
la protezione dal sole, della salute
pubblica. |
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Coordinatore
Riego Gambini
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