Allegato A: Effetti sulla salute
dell'esposizione alla radiazione UV |
L' esposizione umana alle radiazioni
UV solari può provocare effetti
acuti e cronici sulla pelle, sugli
occhi e sul sistema immunitario.
E' una credenza popolare errata
quella secondo la quale solo gli
individui di pelle chiara debbano
preoccuparsi dell'eccessiva
esposizione al sole.
Le pelli più scure contengono in
maggiore quantità un pigmento
protettivo, la melanina. Anche se
l'incidenza dei tumori è più bassa
negli individui con pelle più
pigmentata, tuttavia anche in questo
gruppo si riscontrano tumori cutanei
che, sfortunatamente, spesso vengono
diagnosticati ad uno stadio più
tardivo e pericoloso. Il rischio di
effetti dannosi agli occhi e al
sistema immunitario prodotti dalla
radiazione UV è indipendente dal
tipo di pelle.
Un riassunto completo e una rassegna
degli effetti sanitari connessi con
la radiazione UV si può trovare
nella monografia "Environmental
Health Criteria Monograph" dell'OMS1
e nel "Proceedings of an
International Workshop on
Ultraviolet Radiation"2
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PELLE |
Eritema, abbronzatura e invecchiamento della
pelle
L'effetto acuto più conosciuto
dell'eccessiva esposizione ai raggi UV è
l'eritema, il familiare arrossamento della
pelle denominato anche scottatura. La
sintesi di melanina stimolata dai raggi UV
produce nella maggior parte delle persone
l'abbronzatura della pelle, che avviene
entro pochi giorni dall'esposizione.
Un altro effetto di adattamento meno
evidente è costituito dall'ispessimento
degli strati superficiali della pelle che
attenua la penetrazione dei raggi UV negli
strati più profondi. Ambedue le risposte
sono un segno di danno alla pelle.
Negli individui la soglia dell'eritema e la
capacità di adattamento all'esposizione UV
variano notevolmente a seconda del tipo di
pelle. L'esposizione cronica alla radiazione
UV causa anche varie alterazioni
degenerative su cellule, tessuto fibroso e
vasi sanguigni della pelle. Tra queste ci
sono le efelidi e i nevi, che sono aree
pigmentate della pelle, e aree di diffusa
pigmentazione marrone. I raggi UV accelerano
l'invecchiamento della pelle e la graduale
perdita dell'elasticità che genera rughe e
pelle secca.
Tumori della pelle non-melanocitici
I tumori della pelle non melanocitici (NMSC,
acronimo di Non Melanoma Skin Cancer)comprendono
il carcinoma basocellulare o basalioma e il
carcinoma squamoso o spinocellulare. Questi
tumori sono raramente letali ma il
trattamento chirurgico può risultare
deturpante.
L'andamento negli anni dell'incidenza del
NMSC sono difficili da determinare, perché
non è stato realizzato un registro
affidabile per questi tumori. Studi
specifici effettuati in Australia, Canada e
Stati Uniti indicano, comunque, che tra il
1960 e il 1980 la prevalenza di NMSC è più
che raddoppiata. Il rischio di NMSC è stato
analizzato in funzione dell'esposizione
personale e della latitudine.
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Il carcinoma della pelle si manifesta
più frequentemente sulle parti del corpo
che sono solitamente esposte al sole
come le orecchie, il viso, il collo e
gli avambracci. Questo implica che il
principale fattore causale è
l'esposizione alla radiazione UV
ripetuta e di lungo periodo.
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In alcuni paesi è stata evidenziata una
relazione netta tra l'aumento di
incidenza del carcinoma della pelle e la
diminuzione della latitudine, a cui
corrispondono più alti livelli di
radiazione UV.
Il melanoma maligno
Il melanoma maligno (MM, acronimo di
Malignant Melanoma), sebbene molto meno
diffuso del carcinoma, rappresenta la causa
più frequente di morte per cancro della
pelle. La sua diagnosi e registrazione è più
accurata ed affidabile di quella dei
carcinoma cutanei. Dai primi anni '70,
l'incidenza del MM è significativamente
aumentata (in media del 4% all'anno negli
Stati Uniti). Numerosi studi mostrano una
correlazione fra il rischio di melanoma e le
caratteristiche genetiche dell'individuo e
il suo comportamento nell'esposizione alla
radiazione UV. Qui di seguito sono riassunti
i principali fattori di rischio per il MM
nell'uomo:
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Un numero elevato di nevi atipici è il
più forte fattore di rischio per il MM
nella popolazione di pelle chiara.
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Il MM è più comune tra le persone con la
carnagione chiara, occhi chiari e
capelli rossi o biondi. Studi
sperimentali hanno evidenziato che nei
pazienti affetti da MM la soglia
dell'eritema è più bassa e
l'arrossamento della pelle più
prolungato rispetto al gruppo di
controllo.
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Esposizioni intermittenti e molto
intense alle radiazioni UV solari
sembrano costituire un significativo
fattore di rischio per lo sviluppo del
MM.
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Generalmente l'incidenza del MM nella
popolazione di pelle chiara aumenta al
diminuire della latitudine; la più alta
incidenza è stata registrata in
Australia, dove i tassi annuali sono 10
e 20 volte più alti che in Europa per le
femmine e per i maschi rispettivamente.
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Diversi studi epidemiologici sostengono
un'associazione positiva con la storia
personale di ustioni solari da
radiazione UV, in particolar modo quelle
verificatesi nell'infanzia.
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Il ruolo dell'esposizione cumulativa
nello sviluppo del MM è equivoco.
Comunque il rischio per il MM è più alto
negli individui con una storia personale
di tumori cutanei non melanocitici e di
cheratosi solare, entrambi effetti
associati all'esposizione cumulativa
alla radiazione UV.
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Ultraviolet radiation. An authoritative
scientific review of environmental and
health effects of UV, with reference to
global ozone layer depletion. Geneva,
World Health Organisation, 1994 (Environmental
Health Criteria Monograph, No. 160)
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Proceedings of an international workshop
on ultraviolet radiation exposure,
measurement and protection, St
Catherine's College, Oxford, 1999.
Radiation Protection Dosimetry,
2000,91:1-3.
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OCCHIO
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L'occhio è collocato all'interno dell'orbita
ed è protetto anche dall'arcata
sopraccigliare, dalle sopracciglia e dalle
ciglia. La luce intensa provoca sia la
riduzione del diametro della pupilla sia il
riflesso che porta a socchiudere gli occhi,
reazione che riduce la quantità di luce
solare che penetra al suo interno. Comunque
l'efficacia di queste difese naturali di
protezione dalle radiazioni UV è limitata in
alcune condizioni particolari come nell'uso
dei lettini abbronzanti o quando è forte la
radiazione riflessa da sabbia, acqua e neve.
Nell'occhio gli effetti dell'esposizione
acuta alle radiazioni UV, comprendono la
fotocheratite e la fotocongiuntivite. Tali
reazioni infiammatorie, che normalmente
appaiono poche ore dopo l'esposizione, sono
analoghe all'eritema, con la differenza che
si manifestano su tessuti epiteliali molto
sensibili quali quelli del bulbo oculare
(cornea) e delle palpebre (congiuntiva).
Entrambe possono essere molto dolorose, ma
sono reversibili e non provocano danni
permanenti agli occhi o alla vista. Forme
estreme di fotocheratite sono "l'occhio
accecato dall'arco di saldatura" e "la
cecità da neve".
La cataratta è la causa principale di cecità
nel mondo. Le proteine del cristallino
modificano la loro struttura originaria a
cui è legata la loro trasparenza e
accumulano pigmenti che determinano
l'opacizzazione del cristallino e infine
conducono alla cecità. Anche se la cataratta
è una patologia collegata all'invecchiamento
che si manifesta a vari livelli di gravità,
l'esposizione al sole e, in particolare,
l'esposizione alla radiazione UVB sembra
essere il principale fattore di rischio per
il suo sviluppo. |
SISTEMA IMMUNITARIO |
Il
sistema immunitario è il sistema di difesa
dell'organismo dalle infezioni e dai tumori.
In condizioni normali è molto efficace nel
riconoscere e reagire contro i
micro-organismi invadenti o contro
l'insorgere di un tumore. Anche se i dati
sono ancora preliminari, c'è una crescente
evidenza che sia l'esposizione acuta, sia
l'esposizione cronica alla radiazione UV
inducano un sistematico effetto
immunodepressivo.
Esperimenti sugli animali hanno dimostrato
che le radiazioni UV possono modificare la
progressione e la gravità dei tumori della
pelle. Inoltre i soggetti trattati con
farmaci immunosoppressivi presentano un'
incidenza maggiore del carcinoma squamoso
rispetto ai soggetti normali. Perciò
l'esposizione al sole, oltre ad indurre i
tumori della pelle può favorire la loro
progressione attraverso la riduzione delle
difese immunitarie.
Diversi studi hanno mostrato che
l'esposizione a livelli ambientali di
radiazioni UV altera l'attività e la
distribuzione di alcune delle cellule che
nell'uomo innescano la risposta immunitaria.
Di conseguenza l'esposizione solare può
aumentare il rischio di infezione da agenti
virali, batteri, parassiti e funghi, come è
stato dimostrato in differenti modelli
animali. Alti livelli di radiazione UV
solare, specialmente nei paesi in via di
sviluppo, possono inoltre ridurre
l'efficacia dei vaccini. Poiché molti
vaccini vengono impiegati per prevenire
malattie estremamente contagiose, è evidente
che ogni fattore che comporti anche una
piccola riduzione dell'efficacia del vaccino
può avere un grande impatto sulla salute
pubblica.
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RIDUZIONE DELL'OZONO, RADIAZIONE UV ED
EFFETTI SULLA SALUTE |
L'impoverimento dello strato di ozono nella
stratosfera può rendere più gravi gli
effetti causati dall'esposizione alla
radiazione UV, poiché l'ozono stratosferico
è un assorbitore particolarmente efficace di
detta radiazione. Quando lo strato
dell'ozono si assottiglia la funzione di
filtro protettivo fornita dall'atmosfera si
riduce progressivamente.
Conseguentemente l'uomo e l'ambiente sono
esposti a livelli più alti di radiazioni UV,
soprattutto di radiazione UVB, che produce
gli effetti più consistenti sulla salute
umana e sulla vita di animali, organismi
marini e piante.
Alcuni modelli di calcolo prevedono che una
diminuzione del 10% dell'ozono stratosferico
potrebbe causare ogni anno nel mondo 300.000
nuovi casi di NMSC, 4500 nuovi casi di MM e
di 1,6-1,75 milioni di nuovi casi di
cataratta. |
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Coordinatore
Riego Gambini
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